Divine

Era l'invito a una festa privata, una festa audace e sensuale, per pochi eletti. Era vero, allora. Qualcuno mi aveva parlato di questa Venezia segreta, un mondo parallelo in cui ospiti raffinati si incontravano in residenze di lusso per soddisfare i loro desideri più libertini, protetti dietro l'ignoto di una maschera. Sono andato, come un lupo nella notte, con la benedizione di Casanova. Volevo vedere Venezia anche sotto questa luce. Ho rivelato molti segreti quella notte, ma me ne restano ancora due. Il primo è perché hanno scelto me. La seconda è chi ha portato quel profumo indimenticabile che mi ha inebriato tutta la sera.

Il profumo

Ricordo ancora la parola d'ordine: Divine. Ricordo che mi accolse un compito di bergamotto, da cui già trapelava la sensualità dell'ylang-ylang, accesa da un pizzico di mandarino. La porta si chiuse alle mie spalle e mi avvolse nella seducente morbidezza della rosa, poi nelle inebrianti note marine mentre entravo nel grande salone dalle luci soffuse. Ricordo che in quel preciso momento era come se Venere emergesse dalle acque: tutto diventava sempre più sensuale, sempre più caldo dell'ambra e della vaniglia, mentre il muschio appassionato premeva e il sandalo riscaldava quella notte infuocata.